La Chiesa è realizzata secondo i canoni dell’arte gotica e ha subito nel tempo modifiche ampliative e significative deturpazioni.
Non è nota la data di fondazione: nel primo trentennio del secolo XIV la Chiesa non compare tuttavia nell’ elenco di chi versa le decime allo Stato Pontificio, quindi è possibile che sia stata realizzata verso la metà del ‘300.
I documenti dei primi anni del Settecento attestano che la chiesa, coperta a “travi indorate”, è lunga 70 palmi e larga 40, con quattro cappelle sulla destra intitolate a San Giovanni di Dio, San Giacomo apostolo, alla Pietà e al SS. Salvatore e due sulla sinistra dedicate a San Rocco e a San Biagio.
Tra il 1725 e il 1740 l’Annunziata subisce una rivoluzione nell’impianto architettonico: la copertura a “travi indorate” viene sostituita da una volta a botte con riquadrature in gesso (al centro, il pittore Giovanni Cosenza inserisce una tela dell’Annunciazione) mentre le pareti affrescate vengono aggredite, praticando su di esse aperture luminose sia nell’abside che sulla controfacciata.
Nel 1763 la chiesa viene adornata del portale marmoreo: nella lunetta del bassorilievo è raffigurata l’Annunciazione.
Nel 1764 Monsignor de Liguori erige la Chiesa a sede parrocchiale e tra il 1770 e 1780 si registra l’intervento di Scipione Mustilli per rendere più elegante la struttura architettonica. Nonostante il terremoto del 1805, l’Annunziata è soggetta ad interventi di restauro da parte dell’architetto Raffaele Mosera solo nel 1865.
Questo intervento sacrificherà irrimediabilmente parte degli affreschi. Saranno solo i restauri degli anni dal 1973 al 1977 a riportare alla luce le pitture del XV secolo: una serie di affreschi di pregevole fattura raffiguranti il tema dell’Annunciazione e scene della vita dei Santi, di ignoti autori.
Di particolare rilievo è l’affresco raffigurante il Giudizio Universale risalente al XV secolo, espressione del gotico internazionale operante in Campania: alcuni lo hanno attribuito a Ferrante Maglione, altri ad un maestro chiamato “Maestro Marco”.
Dipinto sul lato ovest dell’edificio, dove simbolicamente il sole al tramonto illumina la grande scena dell’ultima notte del mondo.
Nel 1976 il pittore Bruno Cassinari disegna e dona alla chiesa una serie di vetrate che hanno soffuso di calde tonalità l’impianto ecclesiale.
Dove si trova
Destinazione originaria
Chiesa “extra portam Civitatis Sanctae agatensis” dedicata all’Assunta
Destinazione attuale
La Chiesa del Carmine nell’omonima piazza è in un punto nevralgico nel centro storico, a metà strada tra il Castello Ducale e la Cattedrale.
Il pavimento che copre la Chiesa è il più antico nel suo genere del Sud Italia databile intorno al 1098: il litostrato è composto da 50 riquadri.
Quasi a voler mettere in evidenza la sua sontuosità, l’atrio, ancora oggi, costituisce una specie di cesura nell’impianto urbanistico della città.